Storia della chiesa di san Giacomo

Tabelle esplicative nella chiesa

Nelle schede qui sotto potete trovare la storia della chiesa e  della parrocchia, i testi delle tabelle esplicative situate in chiesa con annesse descrizioni varie di opere d’arte, altari e simili. I numeri delle schede si riferiscono alle tabelle.

CHIESA DI SAN GIACOMO APOSTOLO

Progetto: arch. Giuseppe Sforzi, 1848
Esecuzione: Innocenzo Turrini, 1849-1854
Consacrazione: 25 luglio 1854, vescovo Bartolomeo Legat
Parrocchia attivata il 25 luglio 1855

Il periodo di cent’anni che va dal 1756 al 1855 è estremamente importante per comprendere l’evoluzione della cura delle anime avvenuta a Trieste in concomitanza con i grossi mutamenti economici, sociali e urbanistici della città a seguito della politica dell’Imperatore Carlo VI e di sua figlia Maria Teresa d’Austria.

Agli inizi del Settecento, con l’istituzione del Porto Franco, molte persone provenienti dai territori dell’Impero e dal bacino orientale del Mediterraneo si trasferirono a Trieste e la città cominciò ad espandersi al di fuori dell’antica cinta muraria medievale, assumendo un aspetto cosmopolita grazie anche alla presenza di numerose comunità religiose non cattoliche.

In ambito cattolico si sentì la necessità di adeguare l’attività pastorale alle nuove esigenze della popolazione che andava crescendo, superando l’antica impostazione che assegnava la cura delle anime della città e del territorio circostante unicamente al Capitolo Cattedrale di San Giusto.

La graduale trasformazione della cura animarum della città ebbe inizio con la Risoluzione Sovrana del 26.12.1756, a seguito della quale il Vescovo Leopoldo Giuseppe Petazzi procedette l’1.4.1757 alla nomina di due Vicari Curati o Parrocchiali, il primo per la Città Vecchia con sede nella Cattedrale di San Giusto e il secondo per la Città Nuova o Teresiana con sede presso la Chiesa di S. Antonio Taumaturgo a partire dal 1769.

Il 18.6.1870, a seguito del Rescritto Sovrano del 15.3.1777, vennero installati i due nuovi parroci. Il primo per la Città Vecchia a Santa Maria Maggiore, il secondo per la Città Teresiana a S. Antonio Nuovo. L’ulteriore crescita della città con l’edificazione del Borgo Giuseppino e di quello Franceschino e la nascita del nuovo quartiere operaio di Rena Nuova sul colle di Chiarbola Superiore rendevano urgente l’erezione di nuove Parrocchie e Chiese per far fronte alle necessità spirituali di una popolazione in continuo aumento.

Nel 1846 fu istituita la parrocchia di S. Giusto, e nel 1847 quella della Beata Vergine del Soccorso.

Già nel 1841 iniziarono le trattative molto complesse per l’erezione nel rione di Rena Nuova di una Chiesa, che doveva poi diventare la sede della quinta Parrocchia delle sei previste per la città.

La Parrocchia di San Giacomo fu eretta il 25.7.1855 ad un anno esatto dalla consacrazione della Chiesa.

Le trattative tra l’autorità municipale, rappresentata dal Podestà Mu<io de Tommasini, e il Vescovo Bartolomeo Legat si protrassero fino al 1848 quando venne autorizzato l’acquisto dei terreni per la costruzione della tanto sospirata Chiesa.

La progettazione fu affidata al triestino Giuseppe Sforzi (1801-1883), ingegnere civile ed architetto accademico.

L’edificazione, affidata al costruttore Innocenzo Turrini, iniziò nel 1849; la pietra inaugurale fu deposta solennemente, a lavori già inoltrati, appena il 27.7.1851 sul sito destinato ad accogliere l’altare maggiore.

Durante i lavori di scavo furono rinvenuti numerosi reperti di epoca romana.

Nella notte tra il 22 e il 23.2.1852, a causa di un impetuoso vento di bora, crollò una parte della fabbrica e questo provocò degli inevitabili rallentamenti nell’erezione dell’edificio anche perché si dovettero adottare particolari soluzioni tecniche per renderlo più sicuro, come l’aggiunta di sei risalti alle navate laterali, già contemplati nel progetto primitivo, e la costruzione degli archivolti, rafforzati da grosse spranghe di ferro, per collegare le colonne ai muri laterali.

Superate queste difficoltà, la Chiesa venne ultimata nel 1854 e fu solennemente consacrata il 25.7 del medesimo anno dal vescovo Bartolomeo Legat e dedicata alla Beatissima Vergine Assunta in Cielo, all’Apostolo San Giacomo e al Martire triestino San Servolo.

L’intitolazione a San Giacomo voleva ricordare una cappella della Famiglia Giuliani esistente in zona fino al periodo dell’Imperatore Giuseppe II e dedicata ai Santi Giacomo e Rocco.

Il nuovo tempio ha una pianta basilicale a tre navate, separate da dodici colonne e quattro semicolonne a sezione ottagonale sormontate da capitelli a fogliami di stucco bianco, e si presenta all’interno molto ben proporzionato e armonioso. Edificato secondo l’eclettismo degli stili storici propri della seconda metà del XIX secolo, partecipa dello stile lombardesco e rinchiude in sé molto delle forme bizantine, come indicato dallo stesso Sforzi.

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